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Gen V – Una nuova generazione di supereroi

Gen V è uno spin-off della serie televisiva The Boys, ambientato nello stesso universo e incentrato su un gruppo di giovani supereroi che frequentano una scuola gestita da Vought International. La serie esplora le tematiche della giovinezza, della pressione sociale, del bullismo e della ricerca di identità, attraverso la lente satirica e ultraviolenta che caratterizza The Boys.

Sarà per la forte carica dello showrunner e dei collaboratori scelti per la sua writing room, sarà per la maggiore libertà espressiva concessa da Amazon, fatto sta che l’esperimento ha convinto praticamente tutti – ottenendo anche il rinnovo per una seconda stagione di Gen V. La serie non si limita a ribadire concetti e tematiche espresse in The Boys: lo show pone l’attenzione su nuovi elementi carichi di interesse e poco approfonditi nella produzione principale. Gen V in questo caso riesce a tenere alta l’asticella persino a confronto con la serie madre.

I protagonisti, tutti studenti della Godolkin University, devono affrontare le sfide della vita universitaria, ma anche le pressioni di essere supereroi. Dovranno controllare i propri poteri e imparare ad usare le proprie abilità per fare del bene. Nel corso della serie, i super si scontrano con le brame della Vought International che, come in The Boys, sfrutta i supereroi per i propri interessi.



Gen V è una serie di pregio, con una produzione di alto livello e un cast di giovani attori promettenti. Le scene d’azione sono spettacolari e il gore è abbondante, ma non gratuito. Una serie che diverte, con battute taglienti e una satira pungente. Uno degli elementi più interessanti in questo spin-off è legato proprio alla ri(de)strutturazione della figura eroica. Ciò che in The Boys è stato completamente offuscato dall’ombra di Homelander trova qui respiro grazie alla “speranza” giovanile: i ragazzi saranno pure vittime e carnefici in molte dinamiche sociali, ma nel mondo di Kripke sono forse gli unici a mantenere nel profondo un alone di ingenua positività.

Ciò che più sorprende, una volta completata la visione, è la brillantezza della serie nel suo complesso: che si tratti di grandi idee registiche o di dialoghi pungenti, l’intero comparto tecnico di Gen V meriterebbe un plauso per esser riuscito a rendere interessante e coinvolgente un racconto all’apparenza banale. Gli autori si sono approcciati al materiale di riferimento con arguzia, espandendo i temi della serie originale con l’aggiunta di elementi scioccanti e misteriosi. Tutto ciò senza mai perdere di vista l’anima più esagerata e over the top, qui esaltata nello stile e nell’estetica.



Tuttavia, Gen V non è priva di difetti. La serie a tratti risulta essere eccessiva e melodrammatica in alcuni punti, e lo sviluppo di alcuni personaggi è un po’ frettoloso. Inoltre, la serie affronta tematiche serie come i disturbi alimentari, l’abuso di droghe e l’autolesionismo, ma non sempre in modo approfondito e rispettoso.

Nel cast della serie troviamo, Jaz Sinclair, Chance Perdomo, Lizze Broadway, Shelley Conn, Maddie Phillips, London Thor, Derek Luh, Asa Germann e quel Patrick Schwarzenegger che in origine, nel lontano 2019, fece un’audizione per il ruolo di Patriota/Homelander. Perso il ruolo in favore del clamoroso (e francamente imbattibile) Antony Starr, Kripke e Goldberg tennero il suo nome in caldo fin quando non fosse arrivata l’occasione giusta per fare grandi cose.

Nel complesso, Gen V è una serie divertente e interessante, che vale la pena di guardare per i fan di The Boys e per chi è in cerca di una serie di supereroi diversa dal solito.