A Serbian film
Riconosciuto come uno tra i film più disturbanti di sempre, A Serbian Film è una pellicola che difficilmente riuscirà ad essere ridotta ad un mero esercizio di cinema. Non è quel genere di film che metti su per ridere con gli amici, anche perché è in grado di fare tutto tranne che strappare una risata.
Ciononostante, dopo che lo schifo per certe immagini si riduce, ci sentiamo colpiti da un film registicamente fatto bene e magistralmente interpretato dai protagonisti. A Serbian Film non va preso alla leggera ed infatti è una pellicola bandita in Spagna, Portogallo, Francia, Australia, Nuova Zelanda, Malesia e Singapore, Norvegia con altre cause in corso in Brasile e Serbia stessa, dove il governo ha aperto un’indagine ufficiale per reati contro la morale comune. In 103 minuti il vostro cervello farò la conoscenza di cose che mai vorreste vedere. Sesso estremo, torture, necrofilia, snuff e perfino abusi su minori. Tutto in favore di camera e senza censura.
Il regista serbo Srdan Spasojevic difende la propria creazione della critiche affermando che
“Questo film è il diario delle angherie inflitteci dal Governo Serbo, il potere che obbliga le persone a fare quello che non vogliono fare. La gente deve sentire la violenza per capirla”
Una denuncia sociale al potere coercitivo del governo dittatoriale o semplicemente il dito dietro cui nascondere un certo modo di vedere le cose alquanto discutibile?
La Storia
Il film racconta di una felice famiglia serba composta da Milos (ex porno attore ritiratosi dalla carriera), sua moglie Marija e il loro figlio piccolo Peter. Purtroppo i tre navigano in cattive acque e l’esigenza di trovare un lavoro redditizio si fa sempre più pressante per Milos. Come dal nulla arriva la proposta di Vukmir, un innovatore a suo dire nel mondo del porno che per una cifra spropositata offre A Milos un contratto con alcune clausole sospette, fra cui quella di non sapere in cosa consisterà il film, quali sono le scene che girerà e con chi. Spinto dal bisogno di denaro Milos si imbarca in una folle impresa che lo porterà ad interfacciarsi con qualcosa che lui stesso non aveva previsto: la presenza di minori.
Rifiutatosi di continuare le riprese decide di mollare il lavoro e tornare a casa. Nel tragitto in macchina ha un blackout e si risveglia due giorni dopo sul proprio letto totalmente ricoperto di sangue. Cosa è successo in queste 48 ore di vuoto assoluto? E dove è finita la sua famiglia? Il film a questo punto procede con un’alternanza di flashback (la memoria che ritorna) e video amatoriali che permettono di ricostruire le ore mancanti e capire dove la moglie Marija e il figlio Peter sia finiti. In un finale da vendetta alla Kill Bill non ci sarà nient’altro da fare che prendere per i tre la decisione più pesante di tutte…
Top 5 Scene Peggiori
Guardando A Serbian Film mi sono chiesto: che ne penserebbe Eli Roth? Questo film rientrerebbe all’interno di una sua classifica di torture-porn (da lui inventato) o lo giudicherebbe spazzatura? Perché se da un lato il film si salva per come è gestito e impacchettato, dall’altro è quasi inaccettabile che preveda l’esistenza di certe scene senza che non venga gridato minimamente allo scandalo. A peggiorare le cose è il diverso approccio narrativo alla violenza, che diviene quasi metafisica ed eterea all’interno di condizioni surreali ed oniriche. Il film riesce ad essere intrinsecamente bello nell’inscenare l’orrore più sudicio e non mi stupisco nel leggere molti commenti in rete che descrivono A Serbian Film come una pellicola dal contenuto geniale ed artistico. Ecco le peggiori scene viste in una top 5:
Grottesco – Il protagonista viene condotto nella stanza onirica alla presenza di una ragazzina che lo incita a ricevere sesso orale da una schiava, la quale dopo avergli morsicato il pene riceve due schiaffoni di contraccambio e un’innaffiata finale;
Disturbante – Una donna incinta sta per partorire sul tavolo di una sudicia cantina. Un grosso uomo di spalle le estrae il feto e dopo averlo rianimato abusa di lui;
Sanguinolento – Caricato da una dose massiccia di viagra-per-tori il protagonista viene costretto a fare sesso violento con una donna incatenata ad un letto che decapiterà selvaggiamente con un macete durante l’orgasmo;
Disturbante – Un donna incatenata al soffitto di una stanza buia ha subito l’asportazione di tutti i denti con delle pinze. Un uomo nudo avanza verso di lei costringendola fare sesso orale per poi soffocarla tappandole contemporaneamente bocca e naso;
Fortemente disturbante – Sul finale il protagonista, in preda ad una massiccia dose di viagra-per-tori sarà a sua insaputa chiamato a sodomizzare un minore.
Perchè vedere un film del genere?
Curiosità. Se si pensa che è soltanto un film, nulla può farci del male. Il film nonostante il suo contenuto ha diversi lati positivi, tra cui la regia. Molto ben curata, descrive perfettamente la discesa nella disperazione del protagonista, il quale dall’inizio alla fine è totalmente ingnaro di cosa gli sta accadendo. Parallelamente il regista è in grado di farci vivere la stessa emozione, spaesandoci e prendendoci a pugni nelle più svariate circostanze. Più di una volta si pensa al classico WTF (ma che cazzo succede?).
I momenti pornografici sono girati in un contesto di luci e ombre quasi del tutto onirico (con pavimento a scacchiera e fondale nero) o in maniera giocosa e informale, su motociclette o lavatrici. La messa in scena della pornografia in questa doppia luce aiuta a capire meglio il passaggio forzato che il protagonista Milos affronta accettando il “nuovo lavoro”. Prima porno attore alla John Holmes col baffone a manubrio e il costume da meccanico che ingroppa avvenenti cougar sul luccicante cofano di una corvette; poi inconsapevole chiavatore messo a nudo che lavora in ambienti cupi e stranianti, senza emozione ne piacere. La personalità dei protagonisti è perfettamente delineata ed è tanto bravo Srdan Todorovic a mostrarci un Milos inizialmente spaesato e via via sempre più fuori di testa, quanto Sergej Trifunovic ad inscenare un Vukmir pornografo-filosofo dalla supercazzola facile e visioni deliranti.
Concludendo…
Sconsigliata quindi la visione di A Serbian Film in famiglia la notte di Natale, ma consigliata a quei pochi che ancora credono di non aspettarsi più nulla dal genere Torture.