Interstellar – 15 curiosità a dieci anni dal debutto
Interstellar è un film di fantascienza del 2014 che ha catturato l’attenzione di pubblico e critica per la sua ambiziosa trama, gli effetti visivi spettacolari e l’approfondimento di concetti scientifici complessi. Il 26 Ottobre di 10 anni fa usciva nei cinema americani (6 novembre in Italia) e segnava il nono lavoro da regista di Christopher Nolan. Dieci anni dopo Interstellar è ancora considerato uno dei migliori lavori del filmmaker, unanimemente considerato uno dei più talentuosi, creativi e interessanti registi del cinema contemporaneo angloamericano insieme a David Fincher e Denis Villeneuve. Ammirato sopratutto per la sua abilità di spaziare tra i generi con tematiche spesso complesse e correlate allo scorrere del tempo, Nolan ha fatto scuola dettando nuovi canoni estetici. Nell’approccio ai cinecomic oggi c’è un prima e un dopo Il cavaliere oscuro.
A dieci anni dal debutto di Interstellar, celebriamo il film con 15 curiosità sulla sua genesi.
Immaginare un buco nero – Nolan, per assicurare che le immagini di buchi neri, wormhole e dilatazione temporale fossero quanto più aderenti alla realtà scientifica possibile, ha coinvolto nell’ambizioso progetto il rinomato fisico teorico Kip Thorne. Per rendere plausibile l’idea della dilatazione temporale, Nolan e Thorne hanno dovuto immaginare un buco nero massiccio e in rapida rotazione. Il risultato è stato un anno di lavoro e una sequenza visiva senza precedenti.
Un attore mancato – Nonostante la sua fondamentale collaborazione scientifica, Kip Thorne non ha avuto l’opportunità di partecipare al cast artistico, che annoverava nomi del calibro di McConaughey, Hathaway e Chastain.
Le prime sperimentazioni IMAX di Nolan – La produzione ha fatto una scelta audace utilizzando una sola cinepresa IMAX per girare l’intero film, un approccio che ha permesso di catturare immagini di una qualità visiva senza precedenti, offrendo allo spettatore un’esperienza immersiva unica. Si trattava di attrezzature sperimentali, mai utilizzate in un set cinematografico, che sono state adattate e perfezionate pochi giorni prima dell’inizio delle riprese.
Rischio di ipotermia – Per resistere alle rigide temperature del set, Anne Hathaway ha dovuto indossare un doppio strato di tute: una da sub sotto la tuta spaziale. Sfortunatamente, una piccola falla nella muta da sub le ha causato non pochi problemi.
Un nome evocativo – Il titolo “Interstellar” è stato scelto appositamente per evocare l’idea di un viaggio tra le stelle, riflettendo così l’ambientazione spaziale del film e i temi legati all’esplorazione cosmica.
Il finale divisivo – Il finale di Interstellar ha diviso il pubblico e la critica, con alcuni che ne ammirano l’ambiguità e altri che cercano di svelarne ogni singolo mistero, dando vita a un dibattito ancora aperto. I finali dei film di Nolan spesso non mirano a spiegare un qualcosa, e pongono lo spettatore in uno status “interpretativo”. Inception fu il caso più emblematico e molti criticano questa scelta narrativa di Nolan che regala finali aperti e frustranti.
Fonti di sipirazione – L’opera è fortemente intertestuale, intessuta di citazioni da film come “2001: Odissea nello spazio” e “Il pianeta delle scimmie”, che ne arricchiscono la trama e la simbologia.
No green screen – I suggestivi panorami islandesi, con le loro forme uniche e i colori intensi, sono stati la cornice perfetta per ricreare l’atmosfera aliena di molte scene del film.
Matt Damon è stata una sorpresa – Nonostante la presenza di un cast stellare, una delle sorprese più grandi di Interstellar è stata la partecipazione di Matt Damon. La produzione ha scelto di mantenere il più assoluto riserbo sul suo ruolo, evitando di menzionarlo in alcun modo nella promozione del film. Solo un breve articolo di Variety aveva accennato alla sua presenza, senza svelarne i dettagli.
La rinuncia di Spielberg – Il progetto di Interstellar nacque da un’idea di Jonathan Nolan, che scrisse una prima stesura della sceneggiatura destinata a Steven Spielberg. A seguito del ritiro di Spielberg dalla regia, Nolan propose il progetto a suo fratello Christopher, il quale decise di portarlo sul grande schermo.
Una intera colonna sonora immaginata – Hans Zimmer ha composto il tema principale di Interstellar conoscendo solo l’essenza della trama: un padre che si allontana dalla figlia per una missione cruciale
Tanti futuri pop corn – Nolan decise di coltivare circa 500 acri di granturco per creare l’ambientazione perfetta per alcune scene del film. Una volta terminate le riprese, il raccolto fu venduto, generando un guadagno inaspettato.
Un’attrice talentuosa va corteggiata – Per incuriosire Jessica Chastain e convincerla a partecipare al suo nuovo film, Nolan organizzò un incontro con lei sul set di “Miss Julie” in Irlanda, portando con sé la sceneggiatura di “Interstellar”. La Chastain, dopo averla letta, rimase subito entusiasta del progetto.
Il tempo in ogni sfumatura – L’atterraggio sul pianeta acquatico è accompagnato da una colonna sonora molto particolare: un ‘click’ ricorre ogni 1.25 secondi, fungendo da metronomo cosmico che scandisce il passare del tempo sulla Terra, lontana milioni di chilometri. Poichè un’ora sul pianeta corrisponde a 7 anni terrestri, ogni click equivale a 21,29 ore terrestri.
Massimo realismo – Per rendere la scena dell’atterraggio sul pianeta ghiacciato ancora più emozionante e autentica, Nolan ha optato per un approccio decisamente insolito. Ha infatti deciso di utilizzare una vera tempesta come sfondo naturale per le riprese. La troupe si è recata in Louisiana, dove una potente tempesta stava imperversando, e ha posizionato la telecamera principale all’interno della tempesta stessa per catturare l’impatto visivo e sonoro di un evento atmosferico di tale portata.
E’ da sapere che per festeggiare i dieci anni di Interstellar, Warner Bros riporterà nei cinema italiani il film a partire dal 6 dicembre.
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