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Revenant – Come sopravvivere a un Grizzly

Revenant – Redivivo è un film del 2015 diretto da Alejandro González Iñárritu e interpretato da Leonardo DiCaprio, Tom Hardy e Domhnall Gleeson. Il film è basato sulla storia vera di Hugh Glass, un esploratore e cacciatore di pellicce che fu attaccato da un orso grizzly e lasciato per morto dai suoi compagni di viaggio. Se vi siete persi la recensione la trovate a questo link.

La trama del film è semplice ma efficace. Glass, interpretato da DiCaprio, è un uomo forte e determinato che è sopravvissuto a numerose avversità. Dopo essere stato attaccato dall’orso, Glass viene abbandonato dai suoi compagni di viaggio, guidati da Fitzgerald (Hardy) un uomo codardo e spietato. Glass riuscirà a sopravvivere e inizierà un lungo e pericoloso viaggio attraverso il selvaggio West per vendicarsi di Fitzgerald.

La performance di DiCaprio è eccezionale. L’attore offre l’interpretazione potente di un uomo che è stato sconfitto, ma che non si arrende con facilità. Una delle scene di maggior impatto del film è sicuramente la lotta all’ultimo sangue con un orso Grizzly. Prendendo spunto da questa disavventura è lecito chiedersi se la scena sia plausibile e quali errori comportamentali il personaggio interpretato da DiCaprio può aver commesso per scatenare l’ira dell’orso. Esiste un codice codice di condotta da seguire alla lettera per evitare di essere divorati da un plantigrade di 500 Kg? Prima riguardiamoci la scena DiCaprio Vs Grizzly.

La scena


Riconosci al volo la razza

A DiCaprio non deve essere stato troppo difficile identificare la razza, dato che l’America è popolata da tre specie facilmente riconoscibili: l’orso Grizzly, l’orso Nero, l’orso Bianco. Considerando che quest’ultimo abita nelle regioni artiche dell’ Alaska, la scelta era fra due colori.


Valuta se l’orso è in attacco o in difesa

vlcsnap-2016-02-11-18h49m17s215E’ chiaro che nel momento in cui un cucciolo di orso Grizzly ci passa accanto le probabilità che mamma Orsa diventi protettiva verso la propria prole aumentano esponenzialmente. Come nella sequenza in cui è coinvolto DiCaprio, l’orso reagirà attaccando col fine di sventare la minaccia. Nell’ attacco difensivo (dunque non predatorio) l’orso Grizzly tende a compiere una sequenza di cariche finte atte a valutare il grado di minaccia del proprio avversario. Spia della sua ferocia è rappresentata dalla posizione delle orecchie, le quali vengono spinte in avanti nel caso di percezione di massimo pericolo da parte nostra, l’inarcamento pronunciato della schiena e l’intensità dei grugniti. Nel momento dello scontro fisico cercherà di mordervi la testa o il collo e, aiutandosi con le zampe anteriori, spezzarvi la colonna vertebrale.


Restare lucidi

Ora che conosciamo le reali intenzioni di un orso Grizzly  possiamo valutare il comportamento più idoneo da assumere. Nel film DiCaprio fa l’unica cosa possibile, combattere. Se avesse tentato la fuga non avrebbe avuto speranze di sopravvivere, poichè avrebbe innescato l’istinto predatorio dell’orso, attratto dalla caccia di animali in fuga. Scappare sugli alberi generalmente non aiuta, poiché gli orsi sono abili arrampicatori. Cosa utile sarebbe quella di ridurre l’efficacia dell’attacco cercando un ostacolo tra noi e l’orso, come una roccia o un tronco. Non fate come DiCaprio, non sparate all’orso. Non riuscireste a ferirlo da una distanza ridotta e inneschereste la sua reazione rabbiosa. L’orso spesso tende prima di un attacco a elevarsi sulle zampe posteriori per comprendere il da farsi riguardo alla minaccia, ciò significa che non ha ancora cattive intenzioni e potrebbe tranquillamente girare i tacchi e andarsene. In questa circostanza gli esperti consigliano di restare assolutamente fermi, anche se è più facile a dirsi che a farsi.


Fare il morto

vlcsnap-2016-02-11-18h50m50s105Un errore grossolano di Di Caprio è stato quello di reagire non limitandosi a fingersi morto. E’ in questa occasione che l’orso ha fatto il lavoro più sporco, quasi come a volergli intimare di stare giù. Fingersi morti funziona molto bene coi Grizzly perchè disinnesca il loro comportamento predatorio, portandoli ad annoiarsi velocemente. L’ importante è farlo seguendo alcune norme: stare assolutamente immobili, stare assolutamente zitti, divaricare le gambe per rendere difficile il rotolamento e nel caso cercare di ritornare in posizione prona (pancia in giù) il prima possibile. La soluzione è efficace fin quando l’orso non comincia a leccare le ferite che vi ha inflitto, in quel caso sta pensando di mangiarvi e quindi vi sarà richiesto tutto il vostro coraggio per iniziare a combattere.


Lotta più che puoi

L’orso vi sta leccando le ferite. Sappiate che state per diventare la sua cena e dunque siete chiamati ad affrontarlo. Afferrate qualsiasi cosa che possa infliggergli danno (armi, pietre, bastoni) e sferrate dei colpi in zone sensibili (muso). Non perdete mai di vista l’orso mentre cercate qualcosa di contundente, il contatto visivo è fondamentale. Evitate i pugni, sono inutili se sferrati male e in zone poco sensibili. Cercate di attaccarlo quando siete in una posizione rialzata (su una roccia) così lo metterete in difficoltà dato che l’orso non riesce a combattere ergendosi in piedi. Mirate a pancia, testa e collo facendo attenzione agli artigli, lunghi fino a 4 pollici.


Darsi alla fuga

Nell’ipotesi remota e  sbagliata di darsi alla fuga, l’unico atteggiamento corretto da adottare è quello di non scappare a gambe levate, ma di allontanarsi lentamente dall’animale camminando all’indietro per non perdere il contatto visivo e magari pronunciando a voce bassa delle parole che possano calmarlo (e calmarvi).


Concludendo

Bear-Trainer-Doug-SeusSopravvivere all’attacco di un orso è possibile, ma bisogna avere un mix di fortuna, astuzia e sangue freddo. La stazza del plantigrade è basilare, più è grosso minori sono le speranze di salvarsi, ma in Italia fortunatamente le cose sono un po diverse e gli esemplari che scorrazzano nei boschi non sono imponenti come un grizzly. L’orso bruno è comunque un esemplare che può arrivare a 300 kg di peso e può avere una sua pericolosità. Lo sa benissimo Wladimir Molinari, un podista trentino di 45 anni che, durante una corsa, è stato attaccato da un esemplare rischiando la vita. Potete leggere la sua storia a questo link e valutare i danni che l’orso bruno è stato in grado di infliggerli sulla pelle.