Recensioni

X-men Giorni di un futuro passato (Rogue Cut)

Il regista Bryan Singer molto schiettamente aveva sottolineato che la versione Rogue Cut di X-men: Giorni di un futuro passato uscita di recente in home video non era un semplice director’s cut con l’aggiunta di alcune scene qua e là, ma un vero e proprio rimontaggio del film con scene inedite che avrebbero alterato la struttura narrativa della versione cinematografica. La Rogue Cut recupera e inserisce tutte le parti relative alla partecipazione di Anna Paquin nel ruolo di Rogue, la mutante assorbi-poteri ben presente nei primi due film della saga (e nel terzo), candidandosi ad unica alternativa al ruolo di Kitty Pride nel momento in cui quest’ultima viene ferita da Wolverine durante un momento di “slittamento temporale”.

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Rogue è infatti l’unica x-men capace di replicare il gene mutante e dunque la sola in grado di sostituirsi a Kitty così da permettere a Logan di completare la sua delicata missione nel 1973. Da questo momento in poi la pellicola muta nel DNA e diventa un altro film con 18 minuti di scene aggiuntive che vengono quasi tutte concentrate in questa fase,  in modo da rendere necessaria la riscrittura di alcune scene. Rogue è tenuta prigioniera come cavia all’interno di Cerebro e per arrivare a lei Uomo Ghiaccio e Magneto devono passare una serie di ostacoli, oltre che un massiccio attacco da parte delle Sentinelle del Futuro. In queste concitate scene qualcuno viene ferito e il film prende una piega diversa da quella che conoscevamo.

L’altra cospicua parte di film inedito in cui è stato interessante soffermarsi è il rapporto tra Mystica e Bestia. La Raven del 1973 infatti ritorna a casa Xavier e in questa ritrova Hank. Tra i due si riaccenderà la fiamma e la relazione sentimentale viene esplorata anche in un ambito più carnale (e in forma mutante). L’esigenza di inserire questo cospicuo numero di nuove scene e il cambio di alcuni eventi, hanno necessariamente imposto un rimontaggio del film per tutta la seconda parte, mixando efficacemente scene del passato e scene del futuro senza che la pellicola risultasse caotica o sconclusionata.

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La Rogue Cut non ha null’altro se non il compito di recuperare le scene che Anna Paquin aveva girato e forse, in maniera alquanto furbesca, fare cassa con un nuovo cofanetto Bluray per conto della 20th FOX. Non emerge infatti nessun miglioramento a livello di trama e si giunge alle medesime conclusioni a cui si era giunti con la versione cinematografica. La completezza delle storie, l’approfondimento di alcune relazioni e un generale senso di “appagamento” rendono questa versione più piacevole di quella conosciuta, in vista anche del futuro capitolo Apocalypse che viene introdotto dalla scena finale post-credits, rimasta pressochè immutata. Diversamente, dopo i primi istanti di titoli, sono presenti alcuni secondi che ci mostrano un Boliver Trask imprigionato in una cella simile a quella di Magneto. Il motivo di questa scena non è chiaro, soprattutto considerando la scarsa pericolosità del soggetto rispetto ad una struttura contenitiva di massima sicurezza.