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La comicità di Hansel & Gretel:Cacciatori di streghe

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Ecco che mi assale la voglia di un bel film da godermi sul divano. Già ma che scegliere? Nell’indecisione tra un horror poco impegnativo e  una pellicola dalla risata leggera, scelgo la prima strada e metto su Hansel & Gretel: Cacciatori di streghe inconsapevole che avrei soddisfatto entrambe le mie voglie in un colpo solo. Non so se il film è stato congeniato con la prospettiva di essere volutamente ridicolo, ma a giudicare dagli incassi che ha fatto direi che il sospetto mi viene (altrimenti al marketing della paramount hanno assunto dei criceti).
Con un budget stimato di 50 milioni di dollari, ha terminato la sua corsa in sala con un ragguardevole 225 milioni worldwide, confermandosi un successo che in proporzione nemmeno Star Trek: Into Darkness o Pacific Rim sono riusciti a raggiungere. Eppure l’idiozia di questo porcata di film è più che palese. Ragioniamoci su.

La storia: Hansel & Gretel sono i soliti fratellini che finiscono nel bosco di notte e si imbattono nella classica casetta di marzapane ove li attende la strega cattiva che li vuole mangiare al forno. Con uno stratagemma riescono a uccidere la strega e salvarsi. Nel tempo diventano dei liberi professionisti nel campo della disinfestazione: bonificano aree abitate da streghe a suon di colpi e frecce. Tutto si complica quando vengono assoldati dal sindaco di un villaggio apparentemente infestato, per ritrovare undici bambini scomparsi e uccidere le colpevoli streghe. Ok, come storia ricorda più un episodio di Xena.

hansel_gretel_frame_1I protagonisti: Jeremy Renner e Gemma Arterton sono quanto di più fuori parte possibile. Il primo ormai fa solo film dove mena le mani (Avengers, Bourne Legacy) la seconda alterna commedie azzeccate a ruoli action pessimi (Scontro di Titani ne è l’esempio). A mio parere Renner era troppo vecchio per interpretare questo personaggio e già dai primi scontri con le streghe si capisce quanto sia ingessato e poco credibile. Inoltre per strappare la risatina del pubblico arriva perfino a citare Russel Crowe nel Gladiatore: Al mio segnale scatena l’inferno.  Battute da bimbiminkia che ti fanno solo tremare le vene ai polsi e che purtroppo la Arterton dice spesso e volentieri per sembrare cool, magari prima di sparare in faccia all’ennesima strega: Credo che non avrai un bell’aspetto al tuo funerale! (Sigh). Il fatto che poi Hansel sia un diabetico che si inietta insulina per colpa dell’aver mangiato troppi dolci nella casa della strega da piccolo è da infarto.

Le streghe: Make up? Bocciato. Recitazione? Pessima. Capacità di reinventare un personaggio mille volte sfruttato nei film? Assente. La strega è una sorta di mostro con la classica faccia da strega, gli abiti logori da strega e la scopa volante da strega. I loro poteri si limitano a qualche lampo dalla bacchetta, all’influenzare la volontà di piante e animali e al volare. Non sono realmente spaventose, anzi riescono a strappare molte risate quando si cimentano nei combattimenti coi protagonisti. Si muovono come Bruce Lee, menano come Jackie Chan con la luna storta, corrono in stile Parkour nella boscaglia e fanno sostanzialmente ridere. Peccato per Famke Janssen che solitamente fa delle buone performace attoriali, ma che qui è relegata ad un ruolo troppo ridicolo per risultare credibile.

murielLa regia: Tommy Wirkola non vi dice nulla? Bravi nemmeno a me. Eppure è il regista della pellicola. Svedese, classe 1979, non ha molti film all’attivo se non un Dead Snow che mymovies recensisce bene e che parla di ragazzi che vanno nel capanno di un amica in mezzo al bosco per scopare e drogarsi, ma che purtroppo si imbatteranno in un’orda di soldati nazisti zombie che passavano di lì (Nazi-Zombi? film da vedere assolutamente!). Wirkola in questo film fa quello che Stephen Sommers fece con Van Helsing: prende una storia che parla di famosi mostri, la tinge di dark e ci applica uno stile steampunk. Il risultato è una pellicola i cui fan sono gli  stessi che guardano i programmi di MTV. E sono molti a giudicare dagli incassi. Le ambientazioni boschive e innevate probabilmente si rifanno al background personale del regista, cresciuto tra le foreste Svedesi; gli elementi splatter e sanguinolenti al suo genere registico preferito, quello gore del primo Peter Jackson per intenderci. Purtroppo Wirkola osa poco, non innova ne ricerca un proprio tocco personale che lo possa distinguere da altri mille registi, e questo fa perdere al film molto del suo potenziale.

Hansel & Gretel è un perfetto film da serata sul divano, da prendere con la leggerezza di chi si vuole godere un po di sano intrattenimento fine a se stesso. Astenersi coloro che ricercano del cinema di qualità!