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The Visit – Recensione

Trailer


the visitPerchè la nonna scorrazza di notte nuda per casa grattando le porte a quattro zampe? Perchè il nonno va continuamente al capanno dando l’impressione che abbia qualcosa che non va? Inquietanti domande che i due giovani protagonisti del film si pongono in un crescendo di suspance e terrore sempre più agghiacciante. Ritorna al cinema il redivivo M. Night Shyamalan, famoso regista indiano che spiazzò tutti con l’esordio registico chiamato Il sesto senso ma che purtroppo non indovinava un film ormai dai tempi di The Village (2004). Ma è anche vero che una volta toccato il fondo si può solo risalire, e se quel fondo per Shyamalan si chiamava After Earth ora la risalita prende il nome di The Visit.


I due fratelli Becca (Olivia DeJonge) e Tyler (Ed Oxebould) non hanno mai conosciuto i propri nonni. La loro madre ebbe una furiosa lite domestica prima di scappare con il loro padre, uomo che non ha esitato ad abbandonarla per un’altra donna. Cresciuti senza una figura genitoriale e divenuti ormai adolescenti Becca e Tyler partono per una visita settimanale a casa dei nonni (contattati su internet). Becca è un’ infaticabile cineasta determinata a video documentare tutta l’esperienza, Tyler un aspirante rapper free-style. I due ragazzi filmano con la videocamera ogni momento passato coi nonni, scoprendo però alcuni comportamenti stravaganti della nonna durante la notte. Se dapprima si convincono che possano essere solo i segni di una precoce demenza senile, successivamente conosceranno la sconvolgente verità che li riguarda.


the visitScritto e diretto da Shyamalan, The Visit è un film che ci riporta alle origini del suo talento registico, ai tempi dei campi lunghi o dei primi piani stretti, quelli insomma che mi fecero amare il cinecomic revisionista Unbreakable come poche altre pellicole in circolazione. La scelta di girare tutto in found footage (film finto amatoriale) oltre che essere azzeccata è davvero funzionale alla storia, così da esaltare la tensione nei momenti notturni che coinvolgono le bizzarrie della diabolica nonnina, rea di azioni disturbanti e al contempo divertenti in un binomio paura-comicità difficile da decodificare. L’occhio a grandangolo della telecamera che spia la casa dopo le 21.30 è un chiaro riferimento al Paranormal Activity del produttore Jason Blum, produttore anche di The Visit e fautore di molti successi commerciali analoghi. Numerose sono le citazioni ad altre pellicole cult, da Halloween a L’esorcista, da The Ring a Blair Witch Project.

Il film regge bene fino alla fine, mantenendo saldo il timone fino a quella rivelazione che cambia tutto. Da qui la sterzata è radicale, il tono della pellicola svolta in horror puro e si fa largo sulla strada del macabro e del sangue. Durante il film riusciamo a fare solo ipotesi su cosa stia accadendo ai nonni, ma non vi è certezza della verità finchè non si arriva all’epilogo.

The visit, costato 5 milioni di dollari e incassandone 13 volte tanti (65 milioni), si conferma un gran successo. Dopo anni passati a perdere tempo su film ad alto budget, Shyamalan ritrova la strada dell’umiltà puntando sul contenimento del budget e l’utilizzo di attori non troppo conosciuti. Il risultato è comunque un piccolo capolavoro.