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Wayward Pines – Come sarà l’uomo nel futuro

Wayward Pines è una serie televisiva statunitense prodotta da M. Night Shyamalan che parla di futuro, evoluzione e mostri. Senza svelare troppo le dinamiche narrative ci limitiamo a parlare di evoluzione della specie e di ABI. Nello show viene immaginato un essere umano nuovo e mostruoso frutto delle mutazioni genetiche che il nostro DNA subirà nel corso dei secoli. Fauci, pelle glabra, artigli, comportamenti sociali primordiali e aggressività sono i caratteri distintivi dell’umanità del futuro, regredita ad uno stadio ancestrale nel quale si è più bestie che uomini.


11751799_975206482542049_5689769170091854300_n-jpgCosa c’è di vero e scientifico in un ABI? Sappiamo dal buon Charlas Darwin che la specie dominante non è quella più forte ma quella che a parità di fattori è capace di adattarsi al suo ambiente con maggior celerità.  Oggi non siamo tutti dei T-rex ma delle scimmie evolute proprie perchè siamo riuscite ad adattarci ai costanti cambiamenti climatici e plasmare l’ambiente in funzione dei nostri bisogni. Un processo attualmente in corso e che porterà l’homo sapiens sapiens a mutare ancora e ancora. Ma come sarà l’uomo del futuro in un arco temporale che va dal 4000 al 20.000 D.C.? Ecco 8 caratteristiche che ci differenzieranno o ci accomuneranno ad un ABI. 


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Occhi più grandi – Avremo bulbi oculari più grandi e sviluppati a causa di una comunicazione sempre più visiva e meno verbale per via di tablet, pc e schermi vari. L’attività solare decrescerà e dovremo adattarci a un pianeta sempre meno luminoso. Alcuni studiosi sostengono che svilupperemo un secondo tipo di palpebre laterali per proteggere i bulbi oculari dalle radiazioni e una maggior capacità di vedere nitido sott’acqua, una mutazione che avviene già nel gruppo etnico Birmano dei Moken, in grado di vedere nitidamente fino a 22 metri di profondità. 


Arti superiori più lunghi – Le braccia si adegueranno alla pigrizia e le dita saranno più sottili per ottimizzare l’uso di tecnologie touchscreen e con terminazione nervose delle dita estremamente sensibili. Saremo più longilinei e snelli con gambe sottili a causa di una riduzione della lunghezza dell’intestino e della gravità terrestre. 


Denti deboli – Diversamente dagli ABI non avremo fauci affilate ma, se la civiltà progredisce come la conosciamo, denti piccoli e piatti. La causa è da riscontrarsi in una dieta più vegetariana e minimale, fatta di liquidi e pillole sostitutive di carne e suoi derivati. I mutamenti climatici ci condurranno ad abbandonare l’allevamento intensivo di animali che richiedono ingenti risorse alimentari e idriche che attualmente contribuiscono con i loro escrementi all’effetto serra. 


Bocca piccola – Comunicazione visiva e alimentazione in pillole plasmeranno il nostro apparato orale così da renderlo sempre più piccolo.


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Assenza di peli – Niente più pelle d’oca e brividi. I muscoli che governano il moto dei peli saranno del tutto assenti a causa della loro inutilità. Se oggi la pelle d’oca ha lo scopo di proteggerci dal freddo e scongiurare minacce esterne (come molti animali rizziamo il pelo), nel futuro queste funzioni verranno meno e saremo totalmente glabri. 


Declino della fertilità maschile e riduzione della menopausa – Un fenomeno che sta già accadendo ma che tra 20.000 anni sarà estremo. L’uomo governerà la biologia piegandola ai suoi bisogni, rendendo superflua la procreazione “classica”. Verrà sempre meno l’esigenza del sesso per scopo riproduttivo e il corpo reagirà di conseguenza. Diversamente la donna aumenterà la finestra temporale dedita alla procreazione (per salvaguardare la specie) allungando il suo periodo fertile.


Testa più piccola – Svilupperemo un’attività cerebrale inferiore delegando alle avanzate tecnologie di risolvere i problemi più complessi. Ciò porterà la scatola cranica a rimpicciolirsi, sproporzionando gli attuali canoni estetici. 


Organo vomeronasale assente – Anche se poco conosciuto è un organo della cavità nasale che ci permette di percepire i ferormoni e sviluppare l’attrazione sessuale. Funziona in tanti animali, soprattutto quando si parla di riproduzione, ma per gli esseri umani sembrerà del tutto inutile. Già oggi la nostra sfera sessuale è governata da altri fattori diversi dall’odore. 


Il periodico britannico Sun ha azzardato una bozza del nuovo stadio dell’evoluzione umana. Dopo averla vista sosteniamo che l’estinzione è la miglior soluzione.

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