Personaggi

Zalone – Il suo successo in sette elementi chiave

Il successo di Luca Medici è  sempre stato inarrestabile.  Perchè Luca Medici (o Checco Zalone) ha così tanto successo in Italia? Finora ha recitato in cinque film, ognuno divertente in una forma distante dal classico cinepanettone natalizio. Molti puntano il dito su di una carriera costruita nell’esaltare l’ignoranza italiana, altri sulle sue genuine doti comiche da meridionale.

Zalone vince principalmente perchè è diventato fenomeno culturale di massa. Una maschera italiota che piace ad un target di spettatori molto vasto, trovando consenso soprattutto in un pubblico che al cinema non ci va spesso e che paradossalmente viene attirato da questo fenomeno, innescando un buon passaparola. Qualcosa del genere successe anche a  Leonardo Pieraccioni con Il ciclone, film con cui si conquistò l’amore incondizionato del pubblico italiano fino alla rottura per lesa fiducia.

Interpretando il suo successo abbiamo stilato una lista di quei sette punti chiave onnipresenti nel cinema Zaloniano che contribuiscono a renderlo un successo commerciale quasi garantito.


Con l’ignoranza ci fa i soldi

Tutti e quattro i film di Zalone sono incentrati sulla personalità dell’uomo ignorante, del fesso cresciuto in un ambiente poco avezzo al sacrificio e al lavoro. L’assenza di titoli di studio che potrebbero dare lustro al suo curriculum sono più che compensati da una fitta rete di amicizie parentali tipiche del malcostume del sud. In Che bella giornata Checco riusciva perfino a diventare guardia giurata al Duomo di Milano grazie alla raccomandazione del parroco del suo paese, in Cado dalle nubi l’ignoranza diventa strumento di fascino per riuscire a farsi amare dalla protagonista Giulia Michelini, osteggiata da un padre leghista radicale. Con Tolo Tolo il registro cambia, Zalone non è più lo scemo di turno, ma l’italiano fuggito in Africa dai creditori, furbo cinico e egocentrico.


Non è bello, piace

Esternamente Zalone non è bello, eppure in ciascun film riesce ad andare in buca senza troppi problemi con donne bellissime (stile Jerry Calà). Giulia Michelini, Nabiha Akkari, Aurore Erguy e Eleonora Giovanardi sono le quattro bellissime signorine che il buon Checco riesce a portarsi a letto giocando solo ed esclusivamente una partita senza rivali e fondata sulla battuta scherzosa. Tutto troppo facile per un uomo che visivamente è privo di forme e cerebralmente proprio non c’è. Unica freccia al suo arco è la genuinità, la bellezza interiore al di là dei normali difetti dettati da un’esistenza trascorsa tra i classici pregiudizi di provincia.


Il cambiamento lo aiuta sempre

In ogni suo film Checco abbraccia positivamente il cambiamento. Non è un uomo statico, anzi, vende l’idea di un desiderio di stabilità compiendo esattamente l’opposto, viaggiando per l’Italia e per il mondo. Tanto in Cado dalle nubi quanto in Che bella giornata emigrava a Milano, patria delle possibilità lavorative. In Sole a Catinelle girava il centro Italia alla disperata ricerca di compratori dei suoi inutili aspirapolvere. In Quo Vado! pur di non perdere il posto fisso arriva perfino a stabilirsi prima in Norvegia e poi in Africa. In Tolo Tolo si rifugia in un pasello Africano devastato minacciato dei terroristi islamici. Il dinamismo e l’apertura al cambiamento sono suoi punti di forza ch econtribuiscono nel corso del viaggio a diventare una persona migliore.


E’ inclusivissimo

Il diverso è onnipresente nei film di Checco e viene presentato nella doppia veste di strumento per la crescita personale del protagonista nonchè mezzo di derisione per suscitare ilarità. In Cado dalle nubi erano i gay, in Che bella giornata i mediorientali, in Sole a catinelle un bambino muto, in Quo vado! le differenti etnie con cui entra in contatto, in Tolo Tolo tutti i protagnisti non bianchi. La diversità è un tema ricorrente dunque nei film Zaloniani ed il meccanismo di autoconsapevolezza/scherno perpetrato da Zalone il cuore di una redenzione dalla mediocrità del pensiero provinciale.


Deve lavorare ad ogni costo

In ciascun film, il motore di ogni evento è il lavoro. L’ossessione del suo personaggio è l’impiego, sia nella variante disoccupato in cerca di… che in quella a un passo dal licenziamento. Il lavoro lo spinge ad attraversare mezzo mondo in Quo vado! e viaggiando scopre la bellezza della società civile norvegese e dell’importanza dell’ordine e del rispetto. In Tolo Tolo il lavoro è il presteto negativo per la fuga in Africa, dopo che il sushi bar aperto nel suo paesello pugliese lo espone a un fallimento colossale e una finta sparizione tra le sabbie del deserto. In Cado dalle nubi, chiuso in una realtà del sud priva di sbocchi,  decide di tentare la carriera canora a Milano, venendo in contatto con la celata omosessualità del cugino. Un bel cambiamento che lo porterà ad imparare il rispetto per la diversità seppur con qualche riserva.


Da idiota inconsapevole a idiota consapevole

I primi film Cado dalle Nubi e Che bella giornata raccontavano la storia simile di un emigrato del sud in cerca di opportunità nella città di Milano. In questi film Checco è un idiota che non si rende conto di quello che gli accade intorno, suscitando la risata del pubblico attraverso l’equivoco. Nei successivi Sole a catinelle e Quo vado! diviene artefice del proprio destino, conducendo un’esistenza fondata quasi sempre sulla consapevolezza della proprie azioni. Se questo è però sempre rispettato in Quo vado!, in Sole a catinelle no. Si troverà invischiato in un equivoco tra lui, esperto venditore di aspirapolveri e Augusto Zucchi, speculatore finanziario sorvegliato dalla Guardia di Finanza. In Tolo Tolo diversamente non c’è inconsapevolezza, bensì un piano ben studiato per evitare di pagare i propri debiti.


La famiglia è sempreal primo posto

La mamma apprensiva, la zia perpetua, lo zio maresciallo, il padre impiegato nella pubblica amministrazione, la compagna dalla personalità forte e caparbia. I meccanismi familiari tipici del sud sono esaltati in ogni film e spinti oltre gli stereotipi più radicati. Uno fra tutti? Il ruolo della donna, vista più come una servizievole collaboratrice domestica che che come una persona pari all’uomo, chiamata sostanzialmente a svolgere le faccende domestiche in maniera impeccabile e senza margine d’errore. Ovviamente è uno scimmiottamento di Zalone verso la condizione non sempre edificante della donna di casa nelle regioni del sud Italia, ma che sortisce l’effetto di renderci partecipi di una realtà ancora diffusa. Solo in Tolo Tolo la famiglia diventa quel centro da cui fuggire (e non a cui tendere) inscenando una morte apparente che possa eludere creditori e Guardia di fiananza.


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