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Il Gladiatore II – Spettacolo senz’anima

Ridley Scott torna nell’arena con Il Gladiatore 2, un sequel che promette di riaccendere la passione per l’epica romana e il peplum. Una sfida interessante che arriva a 24 anni dal primo capitolo e una nutrita schiera di opere seriali e filmiche a tema. Dalla serie Spartacus a 300 di Zack Snyder, fino ad arrivare al recente Those about to die su Amazon Prime con Anthony Hopkins.

La storia

Circa trent’anni dopo gli eventi del primo film, il figlio di Lucilla Aurelia, Lucio Vero, è cresciuto lontano da Roma, in Numidia. Qui, diventa un guerriero valoroso, ma la sua vita viene sconvolta dall’invasione romana. Vedendo la sua gente e sua moglie morire per mano del generale Acacio, Lucio Vero viene fatto prigioniero e portato a Roma come schiavo. Nell’arena, il suo coraggio lo porta all’attenzione di un potente proprietario di gladiatori, Macrino. Lucio Vero inizia così la sua ascesa, guidato dalla sete di vendetta contro Acacio e dalla volontà di rivendicare il suo diritto al trono, come legittimo erede di Marco Aurelio. Intrecci politici e tradimenti segnano la sua strada, fino allo scontro finale prima con il generale romano e poi con l’avido Macrino.


Le prime scene del film sono davvero impressionanti. Ridley Scott ci mostra un attacco romano alla Numidia con una violenza e una spettacolarità che ti lasciano senza fiato. Il suono è così potente da far tremare tutto il cinema e le immagini sono così realistiche che ti senti quasi parte della battaglia. È chiaro fin da subito che Roma è una forza inarrestabile.

Paul Mescal nel ruolo di Lucio Vero è forte e muscoloso, ma non riesce a trasmettere emozioni. Non sembra convincente ne carismatico e le ragioni per cui fa le cose che fa sono molto banali, rendendo difficile empatizzare col personaggio e il suo piano di vendetta. Interpreta un eroe che non conosce fallimento, privo di debolezze e capace di ergersi a leader tra i gladiatori senza un reale motivo. Diversamente Massimo Decimo Meridio era un conosciuto generale romano, stratega e abile soldato che aveva accresciuto la stima nei suo confronti sfida dopo sfida. Questa piattezza del personaggio si riflette sulla storia e, per rendere il film più interessante, gli autori hanno aggiunto sottotrame spesso confuse che si guardano dal rendere il film più avvincente. Gli intrighi politici, a sviluppo spesso lento, affaticano lo spettatore mettendo a dura prova la sua resistenza.

Debole l’interpretazione di Pedro Pascal e del suo generale Marco Acacio. Inizialmente fautore della vittoria di Roma in Numidia, si rivela come un uomo d’armi esasperato dalle guerre e dai capricci dei due imperatori Geta e Caracalla. Desideroso solo di ritirarsi a vita privata, arriverà a tramare un maldestro colpo di stato dai contorni grotteschi.

Denzel Washington salva il film con la sua inteerpretazione. Il suo personaggio, Macrino, è l’unico che riesce a dare profondità a una pellicola che, per il resto, è interpretata da attori poco convincenti. Denzel interpreta un personaggio complesso e sfaccettato, simile ad Alonzo Harris di Training Day. La sua ascesa al potere è un gioco politico studiato a tavolino, eppure spesso sembra tutto troppo facile.


È difficile dare un giudizio definitivo su Il Gladiatore II dopo una sola visione. Il film di Ridley Scott è un po’ come una montagna russa: ci sono alcuni momenti davvero emozionanti, ma anche tanti altri noiosi e poco convincenti. Il film in certi momenti è realmente pesante, lento e confuso. In tutte le suo due ore e più si possono notare svariati errori che ridicolizzano tutto il lavoro svolto, dalle scritte in inglese sulle lapidi romane ai senatori che leggono il giornale. Ad inizio film Lucio Vero sembra addirittura che mastichi un chewingum ed è realmente ridicolo pensare di allagare il colosseo con l’acqua di mare. Inoltre la moglie di Lucio Vero è l’unica guerriera di tutto l’esercito Numidiano, e la numidia stessa era gia una colonia romana da molto prima del 200 D.C.

Non sono le inesattezze storiche a rendere il film di basso spessore, manca una storia vera, una storia come quella del primo capitolo. Stavolta l’operazione nostalgia non ha funzionato (come Star Wars – Il risveglio della forza) e i paragoni con Il Gladiatore non reggono il confronto, a 24 anni di distanza. In generale un film sbagliato, il terzo consecutivo per Scott dopo l’ottimo The Last Duel

 

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