Aspettando Nosferatu di Eggers – The Witch
Ci piace The Witch perchè fa di una storia banale un racconto avvincente riuscendo a rivitalizzare quel genere stregonesco ambientato ai tempi della cara Salem con un horror dal taglio registico teso e affilato. Al termine del film compare questa frase:
a riprova di come la pellicola sia stata costruita prendendo in seria considerazione i fatti dell’epoca, ricchi di fanatismo religioso e roghi notturni.
La storia è abbastanza ordinaria e vede al suo centro una famiglia esiliata dalla comunità in cui ha vissuto per anni a causa dll’atteggiamento ostile e conservatore del capofamiglia, incapace di smussare il suo orgoglio in nome del bene comune. Cacciata dal villaggio, la famiglia è costretta a trovare posto in una radura ai confini di un bosco nel desolato e freddo New England. Inizialmente tutto procede bene finchè Samuel, il piccolo di casa, sparisce misteriosamente nel nulla, ufficialmente sbranato da un lupo.
Seguono la disperazione e l’isteria che corrompe le menti dei membri della famiglia, scuotendo dalle fondamenta la loro fede. Si pensa subito al demonio, ma si cerca di scacciarne l’idea aumentando la propria devozione a Dio. Nel mentre i raccolti vanno male e anche il secondo bambino sparisce. Cadono da subito i sospetti sulla giovane figlia Thomasin, una ribelle dalla faccia d’angelo che casualmente si trovava sempre in compagnia degli scomparsi. In un avvicendarsi di caproni neri, visioni e bagni di sangue il film ci regala un finale aperto e inaspettato, preludio probabilmente di un seguito.
Scritto e diretto da Robert Eggers The Witch ha fatto scalpore al Sundance Film Festival del 2015 ricevendo alcuni meritati riconoscimenti. Il pregio del film sta nel riuscire a non svelare troppo e dosare la paura in tutta la pellicola. Gli elementi horror fanno capolino di tanto in tanto ma si capisce da subito che il leti motiv del film non è il mostrare qualcosa nel dettaglio, ma darci degli spunti per incuriosirci e farci provare il desiderio di volerne di più.
Ironicamente, più che il diavolo spaventano gli uomini, accecati da una falsa fede in Dio che li espone alle proprie paranoie e ai propri demoni, rendendoli complici di delitti alla stregua di quelli del maligno. The Witch descrive bene la corruzione umana e di come basti poco per trasformare un amorevole padre di famiglia in un assassino. Noi spettatori viviamo la storia dagli occhi di Thomasin, la giovane e raziocinante figlia maggiore, colpevole di essere semplicemente poco ottusa e desiderosa di liberarsi da tutte le regole impostagli per il bene della sua anima.
Robert Eggers dirige un film che non si affida a jump scare o effetti speciali esagerati, ma costruisce una tensione crescente attraverso l’atmosfera, i silenzi e i volti tormentati dei personaggi. La storia di una famiglia esiliata nella foresta, minacciata da presenze oscure e da divisioni interne, è un pretesto per esplorare temi universali come la paura, la colpa e la perdita dell’innocenza.
La fotografia è lussureggiante e cupa allo stesso tempo, catturando la bellezza inquietante della natura selvaggia e la desolazione dell’ambiente circostante. I costumi e le scenografie sono curati nei minimi dettagli, trasportandoci in un passato remoto e credibile. La colonna sonora, minimalista e inquietante, sottolinea l’atmosfera di mistero e tensione.
The Witch non offre risposte facili e lascia al pubblico il compito di interpretare gli eventi. Il finale è aperto e ambiguo, lasciando un senso di inquietudine e di incompletezza che si protrae a lungo dopo la fine del film.