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Street Fighter – Assassin’s Fist

Anche se il suo rilascio è avvenuto nel Gennaio del 2015 sul canale youtube Machinima, Street Fighter – Assassin’s Fist approda solo ora col doppiaggio italiano sulla piattaforma Netflix. Nata come una webserie sulla linea del suo predecessore Mortal Kombat – Legacy, Street Fighter – Assassin’s Fist ha ottenuto a suo tempo un nutrito numero di applausi, sia dai fan del videogioco che dalla critica. Per chi ancora non lo sapesse, la serie rappresenta il primo riadattamento seriale del celebre videogame Street Fighter (1987) con cui molti di noi sono cresciuti.


street-fighterIn Assassin’s Fist vengono narrati solo gli eventi che riguardano l’addestramento di Ryu e Ken, entrambi chiamati ad apprendere i segreti che riguardano la padronanza dell’ hado (l’energia canalizzata dal chi)  nel dojo del maestro Gouken, l’ultimo sensei chiamato a tramandare l’arte dell’ Ansatsuken, ovvero l’arte marziale del pugno assassino. Nei sei episodi che costituiscono la serie, Ryu e Ken verranno addestrati con un duro allenamento che li proverà tanto nella mente quanto nel corpo, giungendo alla scoperta di alcuni segreti che circondano la giovinezza del proprio maestro, insolitamente schivo nel parlare di proprio fratello Gouki, reo di aver ceduto all’oscura tecnica marziale del Satsui no Hado, temuta forza in grado di consumare lo spirito del guerriero che cerca di padroneggiarla ed in grado di aprire la strada all’Akuma, un demone molto potente. L’Akuma porterà scompiglio nel dojo e minaccerà gli equilibri ascetici del maestro Gouken, rivendicando il diritto di essere l’unico vero sensei. 

Per chi ha amato il videogioco, la serie rappresenta un tuffo nel passato di 25 anni circa e l’eleganza con cui viene presentata è un plus non indifferente. I due protagonisti riflettano alla perfezione il carattere dei guerrieri Ryu e Ken; il primo introverso e dedito alla meditazione, il secondo spaccone e affamato di conoscenza. Benchè vengano chiamati più volte ad affrontarsi, il rapporto fraterno che li lega non porterà mai ad uno scontro dal quale uno uscirà fatalmente sconfitto. I maestosi paesaggi naturali che simulano il giappone di fine anni ’80, garantiscono una cornice stilistica perfetta per amplificare quel senso di misticismo richiamato nei concetti base delle arti marziali orientali.


street fighterL’idea di arricchire la serie con alcuni rimandi caratteristici del videogioco è stato un colpo da maestri. Oltre alle tre famose mosse che tutti ricordiamo, gli autori citano il videogame con una scena interamente dedicata allo Street Fight, da cui Ryu uscirà vittorioso. Molte posizioni nel combattimento dei due protagonisti ricordano la classica spazzata o il calcio a martello nonché la rovesciata, cioè quelle tipiche mosse che si dovevano per forza usare se si voleva arrivare nel gioco al cospetto di Mr. Bison, il boss finale. Un’altra chicca stilistica sono le musiche dei rispettivi stage dei personaggi: quella di Ryu viene suonata col flauto dal un vecchio pescatore al lago, quella di Ken proviene dalla radiona anni’90 che accende durante il suo allenamento ai pesi.

La realizzazione della serie è partita per un fortuito caso, avendo riscosso parecchio successo il video fan made Street fighter – Legacy rilasciato nel 2010 proprio dagli autori Joey Ansah (Akuma) e Christian Howard (Ken). Alla Capcom (softwarehouse autrice del videogioco) non passò indifferente questo progetto e decise di contattarli per mettere in piedi  Street Fighter – Assassin’s Fist. Di recente è stato reso noto che vi sarà un continuo della saga e i due protagonisti saranno chiamati a contrastare la minaccia di Charlie Nash, altro personaggio iconico del videogame apparso per la prima volta nel 1995 in Street Fighter Alpha: Warriors’ Dreams.