Recensioni

Gravity

Trailer


E’ incredibile come a volte pensi di averle viste tutte e compri un biglietto del cinema convinto che il film sarà alla fine il solito spettacolo di fantascienza spiccia. Armato da questo spirito ho indossato gli occhialini 3D e mi sono abbandonato a Gravity. Già dalle scene iniziali però la sensazione era quella di un film diverso, intimo, autorale. Un lunghissimo piano sequenza ci guida nei primi dieci minuti delle pellicola, stregando anche grazie alla complicità di uno stupefacente 3D, che per una volta è al suo stato dell’arte. E mentre i personaggi interpretati da Sandra Bullock e George Clooney battibeccano all’esterno dello Shuttle in riparazione, già intuiamo quello che a breve accadrà.


Gravity BlIn sottofondo arrivano all’orecchio le prime note della soundtrack di Steven Price, e colpiscono per l’abilità di esaltare l’impatto imminente con i frammenti del satellite russo precedentemente andato in pezzi, la distruzione e in fine il panico della dott.ssa Ryan Stone (Sandra Bullock) che, in una rotazione disperata, fluttua alla deriva nello spazio profondo. Alfonso Cùaron fa un capolavoro nel dipingere una tela di emozioni con una cornice a tema “spaziale” rivisitata e originale, per non dire maestosa e stupefacente. La Terra è una protagonista presente fin dalle prime inquadrature, ripresa nei suoi più vari “stati d’animo”. Nell’intravedere sullo sfondo l’Egitto, la Sicilia, le luci cittadine dell’America Meridionale, un ciclone Atlantico e le fluorescenze dell’ aurora boreale, ci rendiamo conto di come il pianeta rappresenti tanto una salvezza quanto una minaccia alla sopravvivenza dei protagonisti, una pericolosa vicinanza che attrae qualsiasi cosa si avvicini alla sua atmosfera. La Terra è una compagna di sventura per la Bullock ma anche una meta ambita con la quale tenterà di ricongiungersi per la sua stessa sopravvivenza.


Clooney gioca un ruolo in questo film da caratterista, introducendo la sua co-primaria nella prima mezz’ora del film, per poi lasciarle uno spazio quasi totale fino al coinvolgente epilogo finale, nonchè la parte più esaltante del film. Una caduta libera sulla terra di cui non si riesce a coglierne da subito l’esito, ma spettacolare per ogni suo secondo. Una cavalcata stellare tra i detriti spaziali fiammeggianti a bordo di una navetta di salvataggio cinese. In quei momenti il fiato viene a mancare mentre Steven Price suona le note più emozionanti di tutto il film, da pelle d’oca. La dottoressa Stone, attraverso le disavventure accetta il suo destino, indossa il caschetto e si prepara all’epilogo più entusiasmante della sua vita. E noi con lei. Il film diventa un one-man-show messo nelle mani di una protagonista apparentemente fragile che si rivelerà più cazzuta di quanto non si possa pensare; un gigantesco inno alla forza d’animo delle donne e al loro non arrendersi dinnanzi alle difficoltà. 


GRAVITYL’empatia con il suo personaggio è massima e funziona sia nei momenti di forte pericolo che in quelli meno tensivi, più rilassati. Commovente quando intraprende una discussione a versi con un cinese sulla terra e ulula di pronta risposta al suo cane. Dal lato tecnico il film è semplicemente impeccabile. La simulazione della gravità in ambiente spaziale è perfetta e trasmette la completa illusione di un ambiente vuoto, facilitando il coinvolgimento della storia. Lecito poi indagare nel futuro bluray come sia stato possibile, a livello di effetti speciali, essersi resi  così convincenti. Il consiglio è di non perdere l’opportunità di vederlo al cinema in 3D o IMAX, poichè senza stereoscopia perderebbe parte della sua straordinaria potenza visiva.