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Furiosa – Recensione con Spoiler

Trailer

Il regista George Miller torna al cinema con la sua nuova creatura cinematografica, Furiosa – A Mad Max Saga. Già dal titolo si comprende la volontà di inquadrare il film all’interno dell’epopea cinematografica di Mad Max, collegando personaggi ed eventi in sequenza e ampliando la storia iniziata con Fury Road.

Furiosa è all’atezza del suo precedessore? Direi ni. Ma andiamo con ordine.

Fury Road nel 2015 scrisse una pagina di storia del cinema. Il tempo lo ha elevato come cult cinematografico indiscusso, un esercizio di cinema tale da essere classificabile più come arte visiva che come semplice film. Fury Road ti catapultava in una storia dai contorni sfumati, focalizzadosi su azione e narrazione senza approfondire i personaggi o spiegarne il loro background. Si citava Bullet Farm e Gas Town, venivano fatti i nomi del Fattore e del Mangia uomini, del meccanico, del valhalla, del Luogo Verde e delle madri. Non ci dava nessuna spiegazione a tutto questo. Non serviva. Il film parlava di una folle corsa verso una terra rigogliosa e una fuga dal dittatore Immortan Joe, ci bastava coderci la corsa accettando l’approssimativo world building e niente più.


furiosa


In Furiosa tutto trova una spiegazione. Ci si chiede però se c’era davvero bisogno di un’analisi così esplicativa degli eventi che hanno portato a Fury Road. A mio avviso no, e questo spiegone di due ore fatto film intacca leggermente la bellezza del film del 2015.

Furiosa infatti narra di Furiosa, di come è stata rapita e di come è passata di mano da un padrone ad un altro, dalle mani di Dementus a quelle di Immortan Joe. Benchè sia stata sempre schiava, il sentimento di vendetta non l’ha mai abbandonata negli anni, alimentando odio e rabbia verso l’uomo che ha torturato e ucciso sua madre. Dementus è capo di una tribù nomade, motociclisti che si spostano di luogo in luogo.  Un giorno trovano la Cittadella governata da Immortan Joe. Ne nasce una inziale faida, risolta poi con un accordo: una pace armata. Dementus sarà signore di Gas Town (fortezza che raffina il gasolio e produce benzina) cedendo la proprietà di Furiosa a Immortan, ammaliato dalla sua giovinezza e forza.

Solo una volta adulta Fuoriosa, eletta responsabile della guida di una blindocisterna che porta derrate alimentari a Gas Town e Bullet FArm in cambio di benzina e proiettili, riuscirà a pareggiare i conti con Dementus, nel tempo diventato sempre piu ambizioso e intento a conquistare ogni cosa.


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La storia spiega per bene ciò che Fury Road aveva solo accennato, cercando di immergere lo spettatore in un mondo più definito nei contorni. Lo stile registico è pressochè identico a Fury Road e Miller, che oggi ha 80 anni, compie il grandioso sforzo di armonizzare le due pellicole nella cifra stilistica, facendoci dimenticare che è trascorso quasi un decennio tra le due. Chi non sa, potrebbe dire benissimo che i due film sono stati girati in sequenza.

Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth funzionano? Si, ma Hemsworth riesce  a dare al suo personaggio qualcosa in più. Per onestà bisogna riconoscere un maggior minutaggio della sua presenza rispetto alla Taylor-Joy, ma ques’ultima si trova a dover interpretare un personaggio granitico che vive di sguardi, silenzi e soffocate emozioni. Hemsworth ha invece tra le mani un villain istrionico, collerico e macchiettistico. Un leader incapace che manda in vacca praticamente ogni cosa che tocca. A volte positivo, altre diabolico.

E la regia? Non si può non osannare la mano registica di Miller. Il film è fatto da un maestro del cinema con alle spalle decenni di arte cinematografica fatta e vissuta. In Furiosa la si vede tutta, sopratutto nelle scene d’azione,  raggiungendo l’apice nelle scene in corsa. Quando c’è una blindocisterna in azione, Miller si sbizzarrisce a lanciarvi contro ogni genere di cosa e, come in Fury Road, nulla riesce a fermarla. E’ un treno in corsa lanciato a tutta velocità nel deserto sabbioso australiano che schiaccia qualsiasi cosa gli si pari davanti.


Il finale cesella con effetto cerniera i due film, chiedendo allo spettatore un atto di fede. Pareggia infatti l’evidente disparità di età che la Furiosa di Taylor-Joy e quella di Theron hanno, aggiungendo nei titoli di coda scene tratte da Fury Road a chiusura del cerchio.

Esperimento quindi riuscito in parte se si va al cinema con l’idea di vedere un Fury Road parte seconda. Riuscito in pieno se si vede in Furiosa la volontà di completare il world building iniziato dal suo predecessore, senza nessuna ambizione di superarlo di epicità. Fury Road aveva quel guizzo innovativo che poche pellicole hanno e forse resterà ancora per molto tempo il picco della carriera cinematografica di George Miller.