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Batman V Superman – Come volevasi dimostrare [Spoiler]

Trailer


batman v supermanPercorrendo la scalinata che conduce alla sala cinematografica, perso in una folla di volti umani di variegata età, qualcuno mi ha chiesto per chi tifassi tra Batman e Superman, tra il Crociato di Gotham e il figlio di Crypton, tra l’uomo e il Dio. Una chiave di lettura emblematica per un pellicola che tradisce le attese dello spettatore medio, ingannato da quel titolo Batman V Superman che più che un film sarebbe dovuta essere una pellicola alla stregua di una partita di calcio da finale dei mondiali, con botte da orbi fino allo sfinimento e sotterfugi strategici per colmare il gap che separa l’umano dal divino.

Batman contro Superman non è nulla di tutto questo e se uno scontro c’è, viene diluito in un fiume di parole e una scazzottata che a malapena sfiora la dozzina di minuti, il tempo di cottura delle pennette se avete fame. Quando sarà disponibile l’home video potreste tranquillamente godervi la scena mentre aspettate che la cena sia pronta.


Rispetto a Man of Steel, film con cui condivide la story line e i minuti inziali, Batman V Superman riesce ad essere meno soporifero e più incisivo nel mantenere alta l’attenzione, benchè i lati oscuri dell’ultima fatica di Zack Snyder esistano e siano quantomeno grossolani. Il motore propulsivo del film è la messa sulla griglia di fatti, eventi, storie, sub storie, intrecci, deliri dentro altri deliri e infine caos, quello narrativo si intende. Il film fluisce senza intoppi per due dei sui tre atti, sviluppati forse un po’ lentamente ma nel complesso funzionali allo sviluppo dei personaggi principali e della loro contesa, o meglio dell’astio di uno (Batman) e della assoluta indifferenza a ciò dell’altro (Superman).

Quest’ultimo tratta il primo alla stregua di un fastidioso insetto, non curandosi minimamente delle motivazioni che lo spingono a volergli dichiarare guerra. Salirà sul ring solo dopo che Luthor lo toccherà negli affetti, commissionandogli la morte del Cavaliere Oscuro in cambio della persona a lui più cara. Il figlio di Crypton è notoriamente contrario a qualsiasi forma di violenza che possa nuocere all’uomo, eppure accetta questo patto col diavolo senza un minimo di riguardo, lanciandosi nella mischia senza alcun dilemma morale. Tranquilli, i due diventeranno ottimi amici dopo aver scoperto che le loro mamme hanno lo stesso nome (avete capito bene). Da qui in poi il film deraglia e si schianta a tutta birra contro un muro fatto della stessa sostanza della tamarraggine e forse dell’ignoranza.


batman v supermanIn uno scontro finale con il mostro-alieno-troll di moria noto Doomsday, approssimazione idiota di un villain che nei comics è un’autentica spina nel fianco perchè reo di aver ucciso Superman nell’omonimo albo La morte di Superman (Dan Jurgens, 1992), appare come dal nulla Wonder Woman, la celebre amazzone che per tutto il film vediamo solo nei panni di Diana Prince. Il film qui pecca grandiosamente perché da per scontato la nostra conoscenza di chi abbiamo davanti, quali sono i suoi poteri e perché è vestita in quel modo. Chiunque non abbia mai approfondito la figura leggendaria di questo personaggio DC si troverà spaesato davanti ad una donna armata di scudo che tiene un mostro alto tre metri letteralmente al guinzaglio.

La presentazione del personaggio è fatta male e come lei anche i futuri componenti della Justice Legue (Flash, Cyborg e Aquaman) vengono giusto abbozzati con fastidiosa approssimazione, facendoci sussultare nell’istante in cui appare Aquaman per la disumana incapacità recitativa di Jason Mamoa nei suoi tre secondi di apparizione. L’atlantideo sbuca dai meandri bui di un relitto con gli occhi fiammeggianti, fa una mossetta in favore di camera a braccio teso e genera un’onda energetica col suo tridente per scacciare due curiosi subacquei.

La delusione maggiore la fa incassare Jesse Eisenberg col suo Lex Luthor. Se pensate che Kevin Specey fosse sopra le righe in Superman Returns allora vi potreste ritrovare a rivalutarne le gesta davanti ad Eisenberg e il suo personaggio, molto The Social Network ma così spinto all’eccesso nelle sue nevrosi da diventare macchiettistico e insopportabile, soprattutto sul finale, dove di minaccioso ha solo il taglio dei capelli. E’ totalmente distante dal personaggio originale e Jene Hackman, Kevin Spacey e Michael Rosenbaum della serie Smallville hanno tutti a loro modo reso maggiore giustizia al genio del crimine per antonomasia dell’universo DC.

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gal-gadot-wonder-womanNon vi basta e volete qualche nota tecnica? Il film è montato male, e questo pregiudica la sua resa. Il regista Zack Snyder ha precisato che sarà prevista una director’s cut con circa venti minuti in più di film, probabilmente i tasselli mancanti che daranno maggior senso al tutto. Ma al di là di alcune scene tagliate con l’accetta, fanno pensare le inquadrature strette con camera a mano nei momenti maggiormente movimentati, in un delirio da morbo di Parkinson che francamente si percepisce e spesso disturba. Pochi slow motion (la firma del regista) presenti soprattutto nel prologo in cui Bruce Wayne diventa testimone dell’assassinio dei suoi genitori Thomas e Martha, ma in compenso molta CGI non sempre allo stato dell’arte. Il quadro si completa con una soundtrack sempre firmata da Zimmer e copartecipata da Junkie XL, ottima in quasi tutte le sue track ad eccezione di quella dedicata a Wonder Woman, disomogenea nei momenti in cui risuona (contro Doomsday) rispetto alle tracce dedicate a Batman e Superman.

Chiudiamo con una standing ovulation per Ben Affleck e il suo Batman. Lo abbiamo criticato fin dal suo casting e finalmente possiamo ammettere che ci sentiamo confortati nel vedere che è riuscito a fare un ottimo lavoro, tratteggiando un Cavaliere Oscuro diverso ma accattivante. Ora è meno ninja è più wrestler, è meno smilzo e più imbolsito, ma comunque sia questa pesantezza fisica lo rende maggiormente autoritario e cazzuto rispetto a quel ramoscello secco di Christian Bale, che nel capitolo finale della trilogia di Nolan sembrava appena uscito da un dieta vegana.