Recensioni

World War Z

wwzArmato delle più basse aspettative ho ritrovato al cinema un film potente e adrenalinico, che omaggia senza mezze misure il genere zombi a cui si rifà totalmente. Il film entra nel vivo dell’azione dopo appena dieci minuti, niente fronzoli, niente polpettoni familiari, l’apocalisse inizia in un batter d’occhio e alla mente ritorna sempre quel L’alba dei morti viventi, in cui Sarah Polley si ritrova nell’incubo già dalle  inquadrature iniziali. Il caos è in crescendo a Philadelphia, con Brad Pitt e la sua allegra famigliola incastrata nel traffico e in mezzo al casino più totale. E’ una scena iniziale potente, vista dagli occhi del protagonista, e se ne percepisce quasi lo stato di confusione mentre l’epidemia dilaga in un batter d’occhio trasformando i buoni nei cattivi. C’è chi scappa e chi insegue, in inquadrature strette e traballanti. Marco Beltrami infarcisce il tutto con una soundtrack emozionante e il film compie un ottimo scatto iniziale tra urla, zombie e isteria di massa.

Mi piace quando la regia non indugia su virtuosismi, rendendosi asettica, priva di stile, quasi invisibile. Forster è come se decidesse di annullarsi e di lasciar fare tutto alle immagini, migliorando il rapporto tra film e pubblico in sala. World War Z incalza alternando atti rallentati a momenti davvero adrenalinici, in cui è bene staccare la spina al cervello e farsi trasportare dal fiume Zombie. Pitt se la cava alla grande nella recitazione, e la sensazione è di vedere un normale attore al servizio di una storia. E non il suo opposto (come pensavo). Le immagini di Gerusalemme sono quelle più intense e più sfruttate anche nella promozione del film; piramidi di corpi morti che si accalcano ingegnosamente fino al cielo per scavalcare il muro che divide i “normali” dalla minaccia globale.

 I corpi si accalcano nelle mura e con facilità impressionante accedono alla città. E’ caos. Ovunque zombie impazziti che corrono e afferrano i vivi, lasciando poco spazio di salvezza ai superstiti, costretti a decollare con un Boing per non morire. E’ in questo esatto punto che è stato rigirato il finale del film, quel finale che per molti non funzionava e che portava la storia da tutt’altra parte. Nei vari trailer infatti è citata la Russia come luogo in cui il personaggio di Pitt si sarebbe recato, ma nella versione cinematografica non solo non c’è una sola inquadratura “russa” ma il tratto di film dove veniva citata (nel trailer è al minuto 1.23) è stato completamente rigirato citando un’altra destinazione. Inoltre nel finale cinematografico (comunque lungo almeno 30 minuti) è presente Pier Francesco Favino, il cui personaggio non è stato sicuramente sfruttato dal marketing perchè aggiunto successivamente, a produzione molto avanzata.

world-war-z-posterIl finale è comunque emozionante, anche se  lascia  un po l’effetto Guerra dei Mondi, cioè la sensazione che il film è inconcluso, senza un vero atto finale, privo di un climax che riesca a quadrare il cerchio della storia. Matthew Fox è stato quasi completamente tagliato dal film. La sua presenza si riduce a pochissime battute in cui indossa sempre il casco da militare. In verità il suo personaggio aveva molto spazio nel primo finale scartato e quindi la sua interpretazione è totalmente assente. Se siete curiosi di leggere come sarebbe stato il film prima di rigirare il finale il sito Badtaste.it vi può aiutare a questo link.

Una pecca è l’assenza totale di sangue. Un film di zombie senza sangue è plausibile? Forse si, se ci si focalizza sull’idea che lo zombie di turno è un semplice “infetto” che non marcisce ne riduce i corpi sbranati a brandelli. Un’approccio già visto in Io Sono Leggenda, ma poco convincente per i puristi del genere. Direi che la campagna marketing ha fatto un buon lavoro, poichè è riuscita ad invogliarmi ad andare al cinema  senza creare eccessive aspettative sulla pellicola. L’impressione pre-film era quella di un World War Z assolutamente identico a qualsiasi altro film di zombie, senza arte ne parte, una scarsa ripetizione mal confezionata dell’ennesima tematica del non-morto iper sfruttata. Invece la sorpresa c’ è stata, con un film che rivedrò con piacere in dvd, attendendo il sequel. sette euro di biglietto ben spesi!

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