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The Accountat – Recensione

Trailer


Ben Affleck si sà, possiede all’incirca 5 espressioni facciali differenti. Di conseguenza, per sfornare buone pellicole, si verifica quel raro caso in cui non è l’attore che si adatta ad un personaggio di finzione, ma è il personaggio di finzione che viene strutturato sulle peculiarità dell’attore.

Partendo da questo principio David Fincher nel 2014 tirò fuori un ottimo film titolato L’amore bugiardo – Gone Girl, nel quale il granitico Ben era chiamato ad interpretare “il babbo” di turno senza sforzarsi di essere qualcos’altro. Il regista Gavin O’Connor capisce la lezione e replica la magia Affleckiana con The Accountant, filmetto niente male che spinge Ben Affleck ad un livello recitativo inusuale per il suo status.



In sostanza è la storia di un bambino autistico che ha il dono di capire i numeri e fa di questo talento un mezzo di guadagno notevole una volta divenuto adulto. Con un’infanzia difficile alle spalle e un padre autoritario, viene addestrato al combattimento, apprendendo una pratica con la quale oltre al sapersi difendere riuscirà a controllare i suoi scatti di rabbia più violenti. Diventa quindi un soggetto dalla doppia identità, un rambo che  fa il ragioniere in stile “John Nash” e fa affari d’oro con la mala picchiando duro quando ce ne bisogno. Le cose avranno una svolta nel momento in cui riceverà le attenzioni di una collega di lavoro, invischiata in una frode aziendale che metterà a rischio la sua stessa vita. 



Il film è costruito bene e beneficia di una sceneggiatura interessante che cattura l’attenzione sul protagonista e la sua psicologia. Gli attori che gravitano intorno a Christian Wolf (Affleck) hanno tutti il pedigree, da J.K. Simmons a Jon Bernthal, da Anna Kendrick a John Lithgow e Affleck è perfetto per la parte del ragioniere con problemi di autismo trasformando il suo personaggio da normalmente interessante a semplicemente sublime. Lo stile registico di O’Connor emerge nelle scene di lotta, del tutto simili a quelle che già ci mostrò nel suo sensazionale Warrior (2012), e nel rapporto fraterno. Come infatti in Warrior, anche in The Accountant ci sarà questo importante cardine narrativo, anche se approcciato con una minore enfasi.