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Gli ultimi Jedi – Recensione

Trailer 1


JJ Abrams ha avuto un compito poco invidiabile due anni fa quando ha deciso di realizzare quello che è diventato Il Risveglio della Forza: riavviare Star Wars senza cambiare nulla. E a suo merito, ha fatto proprio questo facendo una reinvenzione sorprendentemente vertiginosa di quella galassia molto, molto lontana. Ma nonostante tutto il suo successo, i meriti de Gli utlimi Jedi si rivelano ancora più grandi. Finalmente abbiamo, per la prima volta da anni, un film di Star Wars che è felice di andare dove non ci saremmo mai aspettati.

Il sequel evocativo e spesso esilarante di Rian Johnson continua il mandato post-Disney di remixare elementi che si crogiolano nel familiare. Ecco perché il Primo Ordine è ancora più imperioso colpendo le forze della Resistenza che assomigliano sempre più ai ribelli; Jedi e malvagi stregoni siedono sui loro troni mentre osservano scetticamente i potenziali aspiranti apprendisti; abbiamo persino un’epica battaglia su un pianeta che potrebbe anche chiamarsi Salt Hoth, dai quei bianchi cristalli che appaiono polverosi quando i camminatori AT-M6 ne calpestano il paesaggio come pascoli meccanizzati di bufali durante la stretta dell’inverno.

Tuttavia, all’interno di questa ripetizione, Johnson usa i suoi poteri di scrittore e regista per massaggiare e poi manipolare la nostra nostalgia. Il suo film sovverte e seduce con colpi di scena e ci sfida proprio quando il pubblico osa mettersi troppo comodo, donando uno scatto adrenalinico al film che, come tutti i predecessori,  sul finale ti lascia incerto su ciò che è su ciò che non è, su cosa è luce e cosa è buio. Tuttavia, la maggior parte di voi sarà impaziente di saltare a velocità luce per scoprirlo. 


gli ultimi jedi


Senza andare troppo lontano, Gli Ultimi Jedi è in gran parte un inseguimento di 152 minuti attraverso le stelle. Dopo una spettacolare battaglia di apertura, la Resistenza ribelle e sbrindellata, guidata da un inaffondabile generale Leia (Carrie Fisher), trascorre gran parte del film in fuga attraverso il cosmo con il Primo Ordine che le sta alle calcagna. Nonostante abbia subito un duro colpo alla fine dell’ultimo film, il capo supremo Snoke ha raggruppato le sue armate ed è impassibile mentre ripristina il dominio fascista in tutta la galassia.

Curiosamente non importa quanto in alto siano i paletti in questa partita di rancore intergalattico, gli eventi più avvincenti si verificano su una piccola isola che assomiglia moltissimo all’Irlanda. Rey (Daisy Ridley) intende reclutare Luke Skywalker (Mark Hamill) per la guerra ma sfortunatamente lo trova poco ricettivo per non dire assente. Peggio ancora, non solo Luke rifiuta di tornare sul Millennium Falcon, ma si rifiuta di addestrarla nella sua antica arte Jedi. 

Nonostante la sua lunghezza, Gli Ultimi Jedi ha in gran parte  il merito di mantenere le cose in movimento e procede con una destrezza tonale che è inusuale per il franchise. Mentre il film prende in prestito più di alcuni elementi dall’amato capitolo centrale della trilogia originale di Star Wars, The Empire Strikes Back (più alcuni di Return of the Jedi ), Rian Johnson infonde il materiale della sua sensibilità decisamente giocosa. Con più di un pizzico di autoironia il film passa dal sincero timore che Abrams pose nel suo capitolo predecessore, alle gag con un più acuto senso dell’umorismo (i piccoli alieni di Porg che infestano Ahch-To minacciano di rubare l’intero film).

Questo non vuol dire che Gli Ultimi Jedi rischia di commettere errori nel segno della commedia. C’è semplicemente una evidente volontà di rinfrescare ciò che è considerato appropriato per Star Wars mantenendo il gusto sinceramente geek che è stato a lungo radicato in questa saga. L’effetto rinforza intenzionalmente il melodramma familiare che arriva nella seconda metà del film, per divenire opera grandiosa sul finale.



 

Hamill interpreta un Luke nodoso e cupo, completamente diverso dall’eroico contadino divenuto Jedi che ricordavamo. Al contrario Leia è ancora più simile alla tardissima Carrie Fisher: è asciutta, sardonica e amabilmente impassibile. Sviluppando l’arguzia della regalità di Hollywood per accompagnare il suo titolo da principessa sullo schermo, la grazia di Leia e la miseria mercenaria di Luke sono ciò che lega il film insieme. Questo film parla molto di loro che accettano il passato e regalano il loro futuro ai giovani, diventati ormai gli unici eredi.

Gran parte del film parla di Hamill che si lascia alle spalle il passato, ma con Ridley e Adam Driver (Kylo Ren) che apportano considerevole calore e sfumature di equivocità ai loro ruoli, promettendo un futuro per Star Wars più stratificato del banale bene contro il male o dei Jedi contro i SithÈ nelle loro scene comuni che il film trova la sua vera scintilla, ed è quello che illumina le numerose e impressionanti sequenze d’azione. Con un occhio pittorico e la spettacolarità di un’epica occidentale da scuola del cinema, Johnson disegna pazientemente ogni sequenza di battaglia e spada laser con poesia visiva, popolandola di personaggi al contempo adorabili e turbati. Un’ambiguità che si è infiltrata nell’universo di Star Wars già da tempo, accentuata col recente Rogue One.

Ogni nuovo film di Star Wars da quando Disney ha acquistato Lucasfilm è stato proclamato il primo degno successore della Trilogia originale, ma con Gli Ultimi Jedi  ciò è finalmente vero.