Recensioni

Don Jon

Mi piace godermela un po, con calma. Così per cominciare guardo qualche foto, poi quando la cosa inizia a piacermi mi metto alla ricerca di un video e non mi viene mai voglia di toccarmi il cazzo se prima non trovo il filmato giusto. Poi quando l’ho trovato: Addio. Per i pochi minuti che seguono mi dimentico di tutte le stronzate e le uniche cose che esistono al mondo per me sono quelle tette, quel culo, quel pompino, quello smorzacandela, quella pecorina, quella sborrata e nient’altro. Non c’è niente che devo dire e non c’è niente che devo fare, mi perdo. Tutto il resto può andare a farsi fottere.

No, non sono parole mie ma di Joseph Gordon-Levitt nei minuti iniziali del suo film d’esordio alla regia. Incisivo, tagliente, senza fronzoli. In poche battute il concetto è piuttosto chiaro: a Jon, il protagonista della storia, piace il porno. E pure tanto! Una vera dipendenza compulsiva che lo porta a preferire quei cinque minuti da solo, che quella scopata insoddisfacente con la figa di turno rimorchiata in discoteca. Anche subito dopo averci fatto sesso, approfitta della notte per sgattaiolare fuori dal letto e collegarsi su pornhub.

Un film onesto, che analizza l’esistenza di un uomo con una dipendenza patologica da cui non riesce a fuggire. Si fa i muscoli in palestra, lucida i pavimenti della sua casa, pranza regolarmente in famiglia, si confessa regolarmente in chiesa. Poi arriva Scarlett Johansson e tutto cambia. Si accasa, si innamora e tutto sembra vada liscio. Ma i porno sono sempre li. E quando viene beccato dalla fidanzata a trastullarsi, rimedia guardandoseli sull’ iphone in macchina. Un tentativo di trasformazione che fallirà finchè non incontrerà la persona giusta al momento giusto (Julien Moore), fuori dai suoi standard e totalmente anticonvenzionale, nonchè una milfona da record.

don jon

Il film è una lunga seduta di psicoanalisi, un processo di guarigione da una condizione scomoda in cui Jon si trova e da cui non intende guarire, consapevole del fatto che non nuoce a nessuno farsi una sega in solitaria. Quello che stupisce è l’analisi convincente di cosa c’è nella mente un porn-addicted, un approfondimento che ha diverse sfumature rispetto ad altri film che trattano dello stesso argomento, film come Shame con Michael Fassbender. In Shame la dipendenza era così patologica da creare malessere al protagonista, anestetizzato da qualsiasi emozione e spinto compulsivamente a un sesso disturbato che nega ogni possibilità di redenzione attraverso l’amore. Un costante grido d’aiuto che faceva del film una lunga sequela di situazioni drammatiche senza risvolti positivi. Don Jon è una comedy-drama in cui il protagonista non rinnega la possibilità di trovare l’amore, ma pone sulle stesso piano le due cose per lui più importanti: porno e fica, dove una non esclude l’altra.

don jon

Da un punto di vista tecnico Don Jon si regge solo sulla sceneggiatura e sulla personalità del protagonista, trasformando la Johansson in una comprimaria presente solo per metà film. Insolito per una diva delle sue proporzioni. Gordon-Levitt è semplicemente fantastico nella recitazione, confermandosi una star in ascesa dopo i recenti successi di Looper e del Cavaliere Oscuro. Il film ha un retrogusto autobiografico, ma non circolano informazioni ufficialei che possano confermarlo. Decisamente una prima prova registica da manuale per un attore che piace sempre di più al grande pubblico.