Carriers, contagio letale

Non ci sarebbe molto da dire su questa pellicola, ma la verità è che a me i film suoi virus killer piacciono parecchio, dunque non riesco a stare lontano da qualsiasi cosa si concentri su questa tematica. Ok, non tutti possono essere come Contagion di Soderbergh o Virus Letale di Petersen, però arrivare a una tale bassezza di contenuti è quanto di peggiore possa meritare uno spettatore. Il film parla di un virus killer che ha apparentemente decimato la popolazione mondiale, portando i pochi superstiti scampati all’epidemia a fare cose senza senso pur di sopravvivere. Del contagio non sappiamo nulla, di come è nato il virus nemmeno. Nessuna spiegazione esaustiva sul come si è arrivati all’epidemia, dobbiamo accontentarci di prendere per buono che il virus esiste, si contagia per via aerea (e forse anche con l’acqua), gli animali non ne sono portatori, si manifesta con un rush cutaneo che degenera in emorragia ai danni dei polmoni, è letale nel giro di pochi giorni. Ma c’è un rimedio a tutto ciò: mascherina da giardiniere sulla bocca e candeggina con cui pulire tutte le superfici con cui un infetto è entrato in contatto.

Sorvolando sui buchi a livello di sceneggiatura, il film ha la disgrazia di essere un road-movie basato sulle peripezie di due fratelli (uno scapestrato e uno no) e relative fidanzate (anche se una ci tiene a precisare più volte che non è così). La loro idea idiota è quella di raggiungere un luogo incontaminato noto come Turtle Beach, che altro non è che la spiaggia con una casetta dove i due fratelli passavano le loro spensierate estati. Come tutti i film di questo tipo, il morto ci deve scappare per forza. E’ prioritario che si verifichi una sorta di imprevisto che destabilizzi tutti i piani e porti caos e disillusione. Ecco allora che già dai primi secondi di film si cominciano a compiere tutte le insensatezze che nella realtà nessuno penserebbe mai di fare durante un’apocalisse simile: gincane con macchina a 200 km/h, guidare ubriachi e su di giri, soccorrere e caricarsi in macchina bambini infetti, esplorare armati di una sola pistola vecchi ospedali, ecc ecc.

Inevitabilmente qualcuno del gruppo verrà contagiato e tanto per cambiare cercherà di tenerlo nascosto agli altri componenti, esponendoli tutti al contagio e alla morte. Le insensatezze di questo film del 2009 lo rendono una piacevolissima distrazione, il problema è che al posto di suscitare un senso di paranoia (come è giusto che sia) suscita ilarità e spesso noia, rendendo la visione sui minuti finali un vero calvario. Il paradosso è che dei quattro protagonisti tre sono star hollywodiane di fama ben affermata: Chris Pine (Star Trek), Piper Perabo (Looper), Emily Vancamp (Captain America: The winter soldier). Fa pure una sbirciatina per buona metà di film anche Christopher Meloni (Man of Steel) che non è proprio l’ultimo degli stronzi.

Film quindi, leggero, ilare, rilassante, per tutta la famiglia. Esattamente il contrario di quello che ci si aspetta da una pellicola che parla di pandemie apocalittiche. Consiglio di consigliarlo a chi vi sta sulle palle!

SCREENSHOTS

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