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The Bling Ring

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The Bling Ring è un film tutto fumo e niente arrosto. Non se ne capisce il senso, non ha una decente struttura narrativa, è sciatto. Sofia Coppola non c’è. Manca nelle inquadrature, manca nella sceneggiatura, manca nello scarso interesse che dovrebbe suscitare la pellicola, manca.. Ho guardato The Bling Ring con attenzione, aspettando il momento in cui potessi riconoscere quel trasporto che la regista era riuscita a regalarmi con Maria Antonietta e Lost in Translation, ma nulla, vuoto cosmico.

Il film va, scorre liscio ripetendosi ciclicamente senza mai approfondire se stesso. Preparazione, furto, discoteca. Preparazione, furto, discoteca. Una, due, tre volte i protagonisti penetrano nelle case dei Vip rubando il rubabile senza però dare una reale motivazione alle loro azioni. E’ perchè sono plagiati dallo stile consumistico americano? O perchè hanno una specie di devozione per la vita delle star? Vogliono vestire bene e farsi accettare dai coetanei? O è solo trasgressione fine a se stessa? Qualunque sia la vera motivazione non ci viene raccontata, nè si indugia in maniera efficace sulla personalità dei singoli componenti del gruppo in modo tale da darci un quadro chiaro di chi sia cosa.

 

 

Prendiamo Emma Watson, un’attrice di così grande spessore rinchiusa in un ruolo stereotipato, dove osare non è minimamente contemplato, mi ha veramente fatto incazzare. Il trailer, grazie a quella scena in disco dove Emma mostra sensualmente la lingua, contribuiva a dare l’idea di un film diverso, in cui la trasgressione era la quintessenza delle noiose vite dei protagonisti. Dove il sesso, la droga e i furti erano più che una bravata ma una via di fuga dalla realtà. Nulla di tutto questo.

 Non c’è trasgressione, non c’è sesso, non c’è intrigo. Spesso Coppola indugia sui personaggi con un uso eccessivo dello slow motion, abusandone e rendendo il film troppo artificioso e finto per una pellicola che dovrebbe narrare una storia realmente accaduta. E’ uno di quei rari casi in cui avrei voluto vedere qualcosa in stile Found Footage, ci sarebbe stata può coerenza col genere “tratto da una storia vera”. Un film trascurabile, poco esaltante, quasi del tutto vuoto.