Recensioni

L’uomo con i pugni di ferro

I misteri della distribuzione cinematografica italiana sono ben noti a tutti, ma si resta sempre abbastanza sconcertati quando un film, anche di relativo successo, approda nei cinema nostrani con tempistiche a dir poco siderali. Non c’è una ragione specifica ai ritardi poichè non sempre la finestra tra uscita americana e uscita italiana è ampia. Vero è che quando ciò non si verifica, il disastro economico è dietro l’angolo. E’ un fatto di incompetenza o c’è qualcosa che l’utente medio non è capace di vedere? Davvero mondiali o europei di calcio c’entrano qualcosa?. La formula comunque, per quanto se ne possa filosofeggiare su, è semplice e intuitiva: più aumenta il tempo di distribuzione del film, maggiori saranno i fenomeni di pirateria che lo riguardano.. Il mistero “dell’ampia finestra temporale” sembra una costante che si ripete a cicli, e così un film che arriverà in sala ai primi di maggio 2013 è facilmente scaricabile da internet in lingua italiana e qualità da dvd già da marzo. E pace all’anima degli incassi.

RUSSEL

Dunque L’uomo dai pugni di ferro,  film d’esordio registico del celebre rapper americano RZA. Costui vanta una lunga collaborazione con Hollywood, essendosi occupato della cura di numerose soundtrack di celebri film (da Kill Bill a Blade Trinity, da Repo Men a Django Unchained) e stringendo rapporti professionali e di amicizia con Tarantino, il quale di recente lo ha definito “l’enciclopedia umana dei film di kung fu”. Chi conosce Tarantino e ha qualche base sul cinema di arti marziali asiatico, non può non apprezzare dopo la visione della pellicola le sottili citazioni che vengono costantemente fatte al genere. La presenza dei clan di guerrieri, la lotta tra di essi per la supremazia e il potere, la figura del solito arcinemico coi capelli e le sopracciglione bianche, l’effetto splatter e solitamente gore delle uccisioni, l’uso quasi esclusivo di armi bianche come lame e coltelli.

uomo-pugni-ferro-236959

L’ambientazione è prettamente legata al contesto culturale cinese feudale, ma con distorsioni e contaminazioni che strizzano l’occhio al western e i film di Sergio Leone. Il ritmo è incalzante e non si fatica ad appassionarsi a tutti i personaggi, che bene o male sembrano usciti proprio da un  pulp tarantiniano. Ho gradito molto Russel Crowe, che fa da coprotagonista senza mai nutrire la pretesa di invadere la scena, tracciando sfumature al personaggio che solitamente non sono proprie dell’attore (un pistolero sessualmente pervertito? Mha!). Ottimo anche RZA che oltre alla regia si ritaglia il ruolo di protagonista (converrete che un nero nella Cina feudale è quantomeno strano). Tutto è sia coerente che ben fatto, donando la classica sensazione di assistere ad un film di puro intrattenimento. Ci si augura che la lentezza della macchina distributiva non ne pregiudichi gli incassi, poichè il film merita un sicuro e inaspettato successo.