Pain & Gain: 10 ottime ragioni per vederlo
Pain & Gain racconta la storia vera di un gruppo di bodybuilder che, stanchi della loro vita monotona, decidono di rapire un uomo facoltoso per estorcerlo. La situazione sfugge presto di mano e i protagonisti si ritrovano coinvolti in una serie di eventi sempre più pericolosi.
Il film di Michael Bay è una commedia nera che riesce a mantenere un buon ritmo per tutta la durata. La trama, seppur basata su una storia vera, è talvolta esagerata e grottesca, ma questo non fa altro che aumentare il divertimento. Il cast è composto da attori di grande talento, tra cui Mark Wahlberg e Dwayne Johnson, che riescono a rendere i personaggi credibili e divertenti allo stesso tempo. La regia di Bay è impeccabile, con una fotografia colorata e vivace che si adatta perfettamente alla Miami degli anni ’90. In definitiva, Pain & Gain è un film divertente e spensierato, che consiglio a chiunque voglia passare una serata in compagnia di un’ottima commedia.
Ecco dieci ragioni per cui Pain & Gain è una pellicola di qualità.
The Rock spacca
Anche se ormai si fa chiamare solo Dwayne Johnson per me sarà sempre The Rock. Nel film è pompatissimo e il suo ruolo da cristiano ultra devoto fa spaccare dalle risate. E’ un omone che teme la collera di Gesù sopra ogni cosa, che adora la bella vita e la cocaina. E’ un personaggio riuscitissimo e quando non sa che pesci pigliare si spacca di super serie alla panca obliqua.
Il regista torna alle origini
Finalmente un film dove non esplode qualcosa ogni tre secondi. Bay aveva un po perso la bussola con la saga dei Transormers, arricchiti di effetti speciali e bombe. Paradossalmente ho sempre amato di più i suoi film d’esordio, in cui si dava spazio all’introspezione dei personaggi con virtuosismi di macchina da cinema d’autore. Gli slow motion che usa sono sempre azzeccatissimi e danno al film spesso un retrogusto drammatico non indifferente. Purtroppo chi conosce il regista non potrà non notare la ripetitività di certe inquadrature, già viste in altri film.
La storia è vera
E già! La storia è verissima. Ovviamente rimaneggiata per renderla più cinematografica possibile. Ma gli idioti che hanno realmente cercato di portare a compimento l’estorsione narrata dagli eventi del film esistono e si stanno facendo un bel po di galera. Il film è molto ironico su questo punto poichè nei momenti di totale stupidità non smette mai di ricordarci che “questa cosa è realmente accaduta”.
La sceneggiatura è incasinata
Esiste una ragnatela di eventi talmente contorta che spesso non si capisce che diavolo stia succedendo o da dove è saltato fuori un determinato personaggio. Da metà film in poi, quando tutto comincia ad andare a rotoli, c’è un vero e proprio bordello di situazioni che non lascia scampo ai più distratti. E’ severamente consigliato non sbirciare continuamente il telefonino.
Non c’è CGI
La cura a quattro film consecutivi sui Transformers (qui la recensione di Age of Extinction) era semplice: un film senza effetti speciali. Una pellicola in puro stile Hollywood anni ’90, senza lo zampino della Weta Digital o della ILM. Sia chiaro che anche volendo non sarebbe stato necessario impiegare degli effetti digitali in questa pellicola e questo ritorno alle origini da parte di Michael Bay mi è piaciuto parecchio. Relax!
Steve Jablonsky
Ormai cura le musiche dei film di Bay da The Island, innovando il panorama musicale cinematografico sotto l’ala protettiva di Hans Zimmer. E’ un altro figlio prediletto del compositore tedesco a cui è stata data una chance. Ottime le musiche anche in questa pellicola, perfettamente in linea con il tono da dark commedy. La firma di Jablonsky si sente in ogni singola nota.
Il sogno americano ha sempre il suo fascino
Alzi la mano chi non si esalta davanti a un film che parla di scalata al successo o di realizzazione del sogno americano. E’ un tema ricorrente nei film di Hollywood perchè è quello che spesso in America succede alle persone comuni: da zero a mito. Il sogno che diventa realtà dopo immensi sforzi commuove e ci ricorda che tutto è possibile, basta crederci!
Gli antieroi sono meglio degli eroi
Tre idioti che per realizzare la scalata al successo fanno cose da non fare sono meglio di tre idioti che non realizzano nulla perchè è illegale o moralmente sbagliato. Gli antieroi si spingono oltre i limiti per raggiungere obiettivi apparentemente giusti, utilizzando metodi quasi sempre non convenzionali. E nel farlo sono incredibilmente fighi!
C’è un buon quantitativo di gnocca
Bay è uno dei registi più maschilisti in circolazione. Vende da anni l’idea del maschio Alpha, del macho a tutti i costi che ha servito nei marines con 100 kili di muscoli e la verità in tasca. La donna invece è sempre dipinta come una stupida oca bionda che da il meglio di se negli strip club dimenando il culo. La classica scena in discoteca piena di fighe mezzo nude c’è in molti suoi film, e non manca certamente in questo. Sasha Grey non è nel film.
Non c’è Shia LaBeouf
Sarà pure un bravo attore ma aveva stancato. Quel suo continuo frenetico balbettio da nerd impacciato ci stava bene nel primo Transformers, ma poi basta! Harrison Ford dopo le riprese dell’ultimo Indiana Jones lo ha affettuosamente definito un Fottuto Idiota. In Pain & Gain fortunatamente ha lasciato spazio a Mark Walberg. Allelujaaaa!
